Il bell’indifferente

di Jean Cocteau
regia Marco Gagliardo
scene e costumi Gianni Garbati
con Antonietta Carbonetti e Gianni Spinoccia

Note di Regia
Jean Cocteau scrive il “Bell’indifferente”nel 1940, una pièce in un atto affidata ad una solo voce monologante, d’apprima all’attore Jean Marais, in seguito, ed è questa l’edizione che rappresentiamo.alla cantante-attrice Edith Piaf. L’atto unico illustra la progressiva abbiezione di una donna di fronte alla persona che, chiusa in un ostinato silenzio, ne provoca la sua caduta irrimediabile.
Nel 1940 Parigi veniva occupata dalle truppe tedesche. Se dietro alla metafora teatrale Cocteau volesse o meno adombrare una situazione assai più ampia, a noi oggi, lontani dall’urgenza di quegli avvenimenti, poco può importare; quello che ci resta è un indimenticabile monologo-delirio in cui tutte le note di una umanità dolente vengono ampiamente toccate in un crescendo irresistibile di partecipazione umana. Cocteau distanzia la materia a cui si rivolge attraverso una esercitazione letteraria di alto livello. Le parole della sciagurata interprete sembrano, talvolta, tolde di peso dalle canzonette alla moda, pudico espediente di una autoironia con cui l’autore porta in prima piano la sua confessione. (E’ legittimo pensare e sospettare che di belli e indifferenti Cocteau ne dovesse sapere qualcosa). “l bell’indifferente” è parte di un trittico, sulla figura femminile, che comprende altri due monologhi del drammaturgo rancese : “La voce umana” e il “Fantasma di “Marsiglia” che la Compagnia Teatro Incontro si propone di allestire e unire in un unico spettacolo.
Marco Gagliardo

Critica

IL TEMPO
Bene ha fatto quindi, Marco Gagliardo a riproporre il Bell’indifferente e apprestarsi ad allestire gli altri due monologhi del drammaturgo francese. Quell’interno ricostruito da Gianni Garbati…. è un miracolo di autentico realismo.Una sorta, diremmo, di Cocteau tenuto in vitreo e al quale da vita una misuratissima Antonietta Carbonetti, fuori dal clichè della vecchia diva in decadimento. Molti applausi, quindi, ai due interpreti e al regista.
27 05.1985     Lucio Romeo

LA REPUBBLICA
Quì da noi, tempo fa una Franca Valeri che pure è soggetto atipico, e un argento vivo di marca bm;g~ese ….. di fatto l’attuale l’attuale Donna è una creatura di tangibile energica avvenenza, è una Antonietta Corbonetti quasi un po’ inquadrata, col fascino delle pugilesse, coscientemente disadorna, ma di corpo munifico, negli spiragli della sua vestaglia da camera. Non si vede come un ragazzo del genere qui proposto possa scatenare la paranoia di quel “tipo” di donna . . . .. Molto accorto, invece, l’allestimento dell’ambiente dell’ambiente a cura di Gianni Garbati con quella mobilia da alberguccio dei macrò …. quella sota di toletta per artisti giunti alla solitudine.
04.06.1985        Rodolfo Di Gianmarco